sabato 29 marzo 2008
Ecco la vera Madonna del cardellino come la dipinse Raffaello
La Madonna del cardellino di Raffaello manca dal suo posto, nella sala 26 della Galleria degli Uffizi, da oltre dieci anni. Fu portata via quando ci si rese conto che un restauro era diventato improrogabile, che il gran numero di interventi eseguiti sull'opera nel corso di mezzo millennio non soltanto ne falsavano l'aspetto, ma si sommavano per nuocere all'integrità del dipinto: adesso il restauro principe, compiuto all'Opificio delle pietre dure, sta per finire. Ma il ritorno del dipinto, previsto per il prossimo Natale, si tinge di giallo per l'annuncio — non ufficiale — che l'opera sarebbe stata promessa al Quirinale per un'esposizione lunga e di risonanza internazionale. Per Raffaello, dunque, prima Roma e il mondo, poi gli Uffizi e quella Firenze che ne è padrona assoluta in ragione del famoso testamento dell'ultima rappresentante della famiglia Medici. Le polemiche già scoppiano, e rischiano di guastare la gioia e il compiacimento per i veri e propri miracoli di sapienza compiuti dal 1998 ad oggi nel cuore della Fortezza dove ha sede l'Opificio. E, perché non paia strano parlare di miracoli, ecco il riassunto del decennale impegno profuso dai medici di tanto malato. «Quando ci consegnarono il pacco di 107 centimetri per 77, lo liberammo dall'imballo. Dopo averlo visto tante volte appeso a una parete, lo osservammo da vicino, steso in orizzontale, sollevato quanto necessario per scrutarlo anche dietro; a quel punto fummo presi dal dubbio: dovevamo prenderci la responsabilità di curarlo? », confessa Marco Ciatti, direttore dell'Opificio delle pietre dure. E continua: «Era un sandwich di legno, chiodi, colle, colore, vernici sovrapposti da mani diverse nel corso dei secoli. Prima ancora di cominciare le indagini fisico- chimiche, comprendemmo come il colore grigiastro che oscurava lo splendido azzurro del cielo fosse il minore dei mali, perché la maldestra ridipintura di cui era frutto si poteva eliminare. I guai erano altri... ».
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