venerdì 28 marzo 2008

Con "La Forza del Bello" l'arte greca a Mantova



Dal 29 marzo al 6 luglio 2008 Palazzo Te ospita "La Forza del Bello. L'arte greca conquista l'Italia". La nuova grande mostra di Palazzo Te, curata da Salvatore Settis, illustra la storia della presenza dell’arte greca sul suolo italiano nella millenaria vicenda di contatti e scambi che forma la trama delle culture artistiche del Mediterraneo.

Per la prima volta l'intera struttura di Palazzo Te verrà coinvolta nel percorso espositivo: oltre alle Fruttiere, tutte le sale della villa giuliesca ospiteranno numerose opere di scultura classica, provenienti dai più importanti musei italiani e stranieri, che andranno a comporre le sezioni della mostra.

Nelle sale affrescate da Giulio Romano e nelle Fruttiere di Palazzo Te saranno presentati oltre 100 opere di straordinario impatto visivo, in una sequenza narrativa che dal VII secolo a.C. condurrà lo spettatore fino ai ritrovamenti archeologici dell'Ottocento, alla scoperta della formazione del gusto moderno e dell'apprezzamento dell'arte antica.

Le tre sezioni in cui si sviluppa la mostra corrispondono alle tre fasi storiche di questa vicenda.

Nella prima fase (VII-II sec. a.C.) l’arte prodotta nelle città greche dell’Italia meridionale e della Sicilia s’intreccia con quella prodotta in Grecia e importata non solo dai Greci d’Italia, ma anche da altri popoli della Penisola, specialmente gli Etruschi, che ne sono conquistati e prendono a imitarla. Fra le culture durevolmente sedotte dall’arte greca spicca quella di Roma, cui è dedicata la seconda parte dell’esposizione (III sec. a.C. - IV sec. d.C.). I Romani non solo saccheggiano e raccolgono opere d’arte greca, ma attraggono artisti greci a lavorare per loro in Italia, e delle opere più celebrate vogliono copie “in serie”, a ornare case, palestre e giardini. Questa “moltiplicazione” dell’arte greca e l’eco duratura che essa lascia nelle opere degli scrittori romani, ne ha assicurato la fama e ha costruito le premesse per la sua ricerca e riscoperta dal Medio Evo all’Ottocento, tema della terza parte della mostra. A un’idea quasi favolistica dell’arte greca perduta si affianca, dal Quattrocento in poi, l’importazione di sculture dalla Grecia; rinasce il collezionismo di scultura antica e, nell’assiduo tentativo di ricostruire l’antica narrazione storica dell’arte, si impara a distinguere gli originali dalle copie, mentre dal suolo italiano spuntano nuovi originali greci.

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