mercoledì 13 febbraio 2008

Spingendo la notte più in là - Mario Calabresi

Un libro che è arrivato tra le mie mani in modo inaspettato: avevo letto molte recensioni al tempo della sua pubblicazione e l'avevo messo tra i libri da far vivere tra le mie mani.
Poi, al solito, giornate fitte fitte di mille pensieri e di mille cose da fare e tutto passa in secondo piano.
Un sabato capita a casa mio fratello: è seduto accanto a me quando, scorrendo alcune pagine del sito di Repubblica, trovo nella sezione Multimedia un servizio su Luca Zingaretti che legge questo libro a teatro. Quasi a parlare da sola, mi riprometto di recarmi in libreria al più presto. Il giorno dopo, sul tavolo, un pacchetto. Mio fratello ammicca: "Non mi capita mai di sentirti dire che tu desideri qualcosa. Ho preso la palla al balzo". Scarto il pacchetto e ne esce il libro: non posso farci niente, spunta una lacrima nei miei occhi. E' quasi premonitrice di tante altre, destinate a mescolarsi alle parole.
Non vorrei parlare di quale traccia questo libro abbia lasciato dentro di me: vorrei solo dire che la pacatezza e la dignità di quest'uomo, figlio di un padre strappato alla vita e alla sua famiglia, si trasformano in forze che scuotono con vigore le nostre coscienze. In un mondo dove si urla sempre più forte, pensando sia questo il modo per ottenere giustizia o riconoscimento, spingere la notte più in là è una lezione di "belle speranze"

1 commento:

Lillo ha detto...

Non ho letto il libro, ma dalla descrizione immagino la dignità e la pacatezza del figlio di un eroe dei nostri tempi.
La cosa che mi sconvolge, tuttavia, è il pensiero che forse sono in molti a non sapere chi fosse il commissario Luigi Calabresi. Ma vado oltre. ;-)

In merito al modo in cui è arrivato il libro non mi resta che sorridere, conoscendo Robit e la difficoltà di farle un regalo.
Un applauso a tuo fratello Stefano!

Lilletto